COMITATO ESECUTIVO REGIONALE
Monica Petronio (Rappresentante Legale Slow Food Umbria)
Riccardo Pandolfi (Presidi Slow Food Umbria)
Emanuela Rosini (Slow Travel)
Daniele Falchi (Storia della gastronomia)
Roberto Mariotti (Olio e Olioturismo)
Margherita Cristiani (Comunicazione)
Alberto Ratini (Comunicazione)
Fiduciari Condotte:
Alessandra Cannistrà (Orvieto)
Mara Quadraccia (Terre dell’Umbria Meridionale)
Gian Paolo Ciancabilla (Valle Umbra)
Loredana Angelantoni (Media Valle del Tevere)
Roberta Nanni (Alta Umbria)
Maria Rita Battistacci (Trasimeno)
Cinzia Borgonovo (Perugia)
Maurizio Amoroso (Interamna Magna – Terni)
Referenti di progetto:
Sergio Consigli (Comunità e Arca del Gusto)
Silvana Crespi (Produttori Presidi)
Loredana Angelantoni (Alleanza dei Cuochi)
Maria Teresa Scarpato (Alleanza dei Cuochi)
Gabriele Violini (Mercati della Terra)
Gruppi di lavoro:
Gian Paolo Ciancabilla (Gruppo Vino)
Saverio Pandolfi (Gruppo Olio)
Giovanni Maira (Gruppo Birra)
Cinzia Borgonovo (Guida Osterie)
Referenti presìdi Slow Food Umbria:
Fagiolina del lago Trasimeno
Flavio Orsini – 339 824 337
Cicotto di Grutti
Rosella Natalizi – 338 500 2506
Fava cottòra dell’Amerino
Angelica Tartamelli – 339 183 3322
Vino santo affumicato dell’alta valle del Tevere
Claudio Ceccarelli – 335 682 0291
Mazzafegato dell’alta valle del Tevere
Cesare Lucaccioni – 328 890 8843
Roveja di Civita di Cascia
Silvana Crespi – 329 090 9352
Sedano nero di Trevi
Michele Spellucci – 349 859 0226
Ricotta salata della Valnerina
Renzo Fantucci – renzo.fantucci@gmail.com
Fagiolo secondo del Piano di Orvieto
Costantino Pacioni – 335 825 1481
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L’Umbria è nella sua cultura più profonda e quindi anche nel cibo, che della cultura è una delle espressioni più diffuse e condivise, una terra particolare. Con un tessuto sociale caratterizzato dalla sobrietà di origine contadina, dalla semplicità assurta a stile di vita come nelle testimonianze (ancora così presenti nelle campagne, nei luoghi montani, nella caratterizzazione urbana) della spiritualità francescana e del pragmatismo benedettino. Il suo è un territorio dove la natura è ancor oggi parte integrante della vita quotidiana dell’uomo, dove il paesaggio ancora rimane un patrimonio dal valore intergenerazionale.
Far emergere questi connotati è stato in questi quattro anni il compito che ci siamo dati come Slow Food Umbria.
A partire da “Terra Madre” la nostra attività si è concentrata nell’individuazione e nella messa in rete delle esperienze di Comunità del Cibo esistenti sul territorio, spesso nascoste o dimenticate o addirittura sottovalutate.
Invece questo è il nostro vero patrimonio, e su questo Slow Food Umbria ha investito.
Ora si tratta di dare voce e visibilità a questa trama identitaria. Noi ci impegneremo affinché in Umbria sia possibile far emergere la forza di questo potenziale (non solo culturale, ma anche economico).
Noi partiamo dal concetto che la qualità della vita è sempre migliorabile, nella misura in cui si adegua all’evolversi della società e della storia, in un lavoro continuo di verifica e con le radici identitarie di un luogo. Riteniamo dunque che debbano essere previste e sostenute maggiori possibilità di sviluppo delle piccole economie locali, integrate e sostenibili a partire da settore agricolo ed agroalimentare, non dimenticando che esistono una agricoltura ed una industria alimentare rispondenti ai caratteri di economicità di scala imprescindibili. Nel tempo abbiamo assistito alla creazione, sulla scorta delle disponibilità offerte dalla programmazione europea, di filiere, marchi, consorzi, associazioni di tutela, associazioni di controllo e tracciabilità, associazioni d’imprese e di promozione spesso in assenza di una visione comune omogenea e condivisa. Una polverizzazione che ha avuto in diversi casi come risultato la dispersione delle risorse e delle idee in un contesto di programmazione in ambito agroalimentare rivolta ad una politica di “marchio” fine a se stesso, non sempre e non tanto rispondente ai criteri di qualità, unicità, appartenenza culturale, quanto a quelli – subordinati – di immagine e di traino per altri settori produttivi (in primo luogo turismo).
Una immagine di terra umbra “funzionale a” e non “espressione di”
Per questo sosteniamo il concetto di piccola economia come sopra descritto, perché dobbiamo essere prima di tutto consapevoli e fieri di ciò che abbiamo e che siamo capaci di fare, al di là di facili mode o iniziative prese “di rincorsa”. La sfida del “laboratorio Umbria” vuole essere il nostro contributo a costruire un’alternativa possibile, ma soprattutto compatibile ed integrata in un sistema sociale ed economico regionale moderno e necessariamente articolato e complesso.
Per questo riteniamo, ad esempio, che debba essere affrontata la questione della riconversione di colture non più sostenibili presenti in determinate aree della nostra regione, così come deve essere possibile non disperdere l’immenso patrimonio produttivo e paesaggistico legato all’olivo.
Dobbiamo rafforzare la possibilità di rapporto diretto tra chi produce e la cittadinanza attraverso la promozione dei Mercati della Terra (link), dei Gruppi d’acquisto, delle vendite in azienda. Laddove una produzione ed un territorio agricolo sono garantiti da un rapporto diretto tra chi produce e chi (consapevolmente) consuma si crea un rapporto virtuoso in cui la differenza tra le due parti non esiste più ma si tramuta in un reciproco sostegno.
Dobbiamo mettere in relazione e favorire la collaborazione tra il mondo della produzione agricola di qualità e il mondo della ristorazione, troppo spesso vittima (a volte più comodamente complice) di una industria agroalimentare che svilisce il ruolo e il mestiere dei cuochi e degli osti con il pretesto di renderlo “più facile”.
L’esperienza del progetto Presidi (link) ci ha reso consapevoli del fatto che attorno alla salvaguardia o alla riscoperta di un elemento produttivo tradizionale – sia esso agricolo o di trasformazione – esiste sempre una rete di persone che hanno tramandato un sapere, una manualità, una testimonianza, e che l’insieme di questi fattori può a sua volta diventare un nuovo fattore produttivo ed economico. Il cui valore però è unico, riconoscibile, rafforzativo di sé stesso.
Principali attività e iniziative svolte negli scorsi anni
- “Terra Madre in Terra Umbra” – ospitalità ed iniziative con delegati israeliani e libanesi ottobre 2004
- Forum delle Comunità del Cibo dell’Umbria (incontro annuale delle Comunità regionali) 2005/2009
- Comune di Todi – redazione “Itinerari territoriali del gusto” (2006/07)
- “Bianco, rosso e blues” – manifestazione territoriale in collaborazione con la Comunità Montana Trasimeno – Medio Tevere (2007)
- “Festivol” Comune di Trevi – organizzazione laboratori del gusto e mercato produttori locali (2007/08/10)
- Istituzione dei Presìdi della Roveja di Civita di Cascia, del Sedano nero di Trevi, del Mazzafegato dell’Alto Tevere, della Fava cottòra dell’Amerino
- Manifestazione “Cuori verdi d’Italia” – gemellaggi gastronomici con zone ad alta vocazione ambientale delle diverse regioni italiane (2005/2007)
- Partecipazione a Slow Fish con la Comunità del Pescatori del Trasimeno (edizioni 2005/07/09)
- Mercato dei produttori locali “Ecotipica” – Umbertide (Pg) edizioni 2005/06/07
- Presentazione del progetto del “Centro di Documentazione e Studi sulla cucina popolare” di Monte Santa Maria Tiberina (2006)
- Partecipazione alla sezione “Mercati della Terra” – Salone del Gusto 2008
- Mangiaumbra 2010 1° edizione
- Inaugurazione del “Mercato della Terra” di Umbertide (2010)
- Partecipazione al “Salone del Gusto” 2010 con la Comunità delle Cuoche Popolari dell’Umbria
- Presentazione “Slow Wine” – Orvieto 2010
- Slow Food Day 2011
- Mangiaumbra 2011 2° edizione
- Presentazione “Slow Wine” – Montefalco 2011